RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Appello G8, l'atto d'accusa della difesa

Genova, 3 ottobre 2009

Appello G8, l'atto d'accusa della difesa
I legali delle Tute Nere: "Ignorate le colpe della polizia". Venerdì la sentenza
Mercoledì prossimo la decisione sul rinvio a giudizio dell´ex capo della polizia De Gennaro

MASSIMO CALANDRI

LA LUCIDA arringa di Roberto Lamma, legale di tre presunti Black Bloc, ha formalmente chiuso il processo d´appello nei confronti di 25 Tute Nere accusate di aver «devastato» e «saccheggiato» la città di Genova durante
il G8. Venerdì prossimo i giudici della seconda sezione del tribunale (Maria Rosaria D´Angelo, Paolo Gallizia, Massimo Cappello) si ripresenteranno in aula per leggere la sentenza: il sostituto procuratore generale Ezio Castaldi ha chiesto complessivamente 225 anni di carcere per gli imputati, che in primo grado erano stati condannati in tutto a 108 anni. Ieri Lamma ha introdotto almeno tre riflessioni inquietanti cui in qualche modo la giuria dovrà rispondere. «La pubblica accusa ha fatto l´avvocato della polizia», ha denunciato il legale, sottolineando che il teorema muove non dalle indagini ma dagli arresti. «Di tutti i protagonisti dei disordini, hanno puntato solo sui fermati: collegando i filmati degli incidenti al loro pregiudizio. Senza cercare i veri colpevoli, non considerando i comportamenti delittuosi degli agenti e le loro testimonianze sgangherate». Gli accusati devono rispondere di aver devastato e saccheggiato la città: ma è «pacifico» che i disordini cominciarono dopo le ingiustificate cariche della polizia. Impossibile non valutare questo aspetto, e doveroso «accusare le persone di fatti precisamente attribuibili, non a caso». Infine, secondo Lamma vale la pena di ricordare che alcuni dei 25 sono stati condannati in primo grado a pene che oggi non si infliggono nemmeno agli assassini: «Se questi ragazzi hanno commesso dei reati, riguardavano delle cose. Non delle persone».
Vale la pena di ricordare un grottesco parallelo rivelato in aula: quello tra le false molotov usate per incastrare i no-global alla Diaz, e le bottiglie incendiarie che sarebbero state trovate addosso a due imputati, Arculeo e Valguarnera (episodio farcito di interrogativi e con un comune denominatore, Marcellino Melis, l´artificiere che custodì le armi da guerra).
Sempre sul fronte G8, ieri si è tenuta l´ultima udienza per il processo nei confronti di Gianni De Gennaro, attuale capo del Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza, accusato di istigazione alla falsa testimonianza: mercoledì prossimo il gip Silvia Carpanini deciderà se rinviare a giudizio o meno l´ex capo della polizia.